NEWS 10/11/2021
Fonte: Sanità Informazione
Quale futuro per l’urologia? Se ne parla al 15° congresso nazionale UrOP
Alla vigilia dell’appuntamento che porterà a Modena dall’11 al 13 novembre i più grandi professionisti dell’Urologia, il dottor Giovanni Ferrari, dell’Hesperia Hospital, spiega il primo intervento di prostatectomia radicale robot assistito in un paziente in anestesia spinale toracica e le nuove tecnologie che renderanno la sanità più sostenibile.
Luce, vapore ed acqua, tre elementi che grazie alla tecnologia rendono possibili nuove frontiere nell’urologia. Sarà questo il tema cardine del 15° Congresso Nazionale UrOP (Urologi Ospedalità Privata) organizzato da Giovanni Ferrari, Direttore del reparto di Urologia di Hesperia Hospital che si terrà per la prima volta a Modena dall’11 al 13 novembre presso il Forum Guido Monzani.
Illustri professionisti provenienti da tutta Italia avranno modo di confrontarsi sulle nuove tecniche e conoscere i dettagli del primo intervento di prostatectomia radicale robotica mininvasiva su un paziente con cancro alla prostata realizzato in anestesia spinale dallo stesso dottor Ferrari presso Hesperia Hospital di Modena, struttura del Gruppo Garofalo Health Care.
«Partendo dalla tecnologia robotica, con cui oggi si trattano pazienti affetti da carcinoma prostatico e renale – racconta il dottor Ferrari a Sanità Informazione – che presenta però dei limiti per chi ha malattie vascolari, glaucoma, enfisema, ictus o aneurisma, per la forte pressione che si genera sul cranio a causa della posizione inclinata a trenta gradi, ho ideato una tecnica extraperitoneale con anestesia spinale leggera. Questo permette di ottenere un duplice obiettivo: tenere il paziente vigile e quindi raccogliere stimoli dallo stesso e di ridurre la somministrazione di oppioidi durante l’intervento che potrebbero essere responsabili di un peggioramento della prognosi nei pazienti oncologici e in chi ha patologie cardiovascolari e neurologiche. L’anestesia spinale leggera riduce poi il dolore post-operatorio, senza necessità di somministrazione di farmaci antidolorifici, e consente una precoce mobilizzazione del paziente già a distanza di poche ore».